Storia della Calabria
Il SS. Crocifisso di Terranova
La religiosità popolare della Piana di Gioia Tauro si manifesta in modo particolare durante alcune circostanze, come nel culto del SS. Crocifisso di Terranova Sappo Minulio (Reggio Calabria).Il 3 maggio di ogni anno una moltitudine di fedeli, per una tradizione mai venuta meno, si ritrova nell'omonimo Santuario in segno di riconoscimento per le grazie ricevute e per un impellente bisogno interiore.
Da diversi secoli, quindi, i componenti la nostra Comunità adempiono questo imperioso richiamo per dare un senso alla propria vita.
Scrive in "Profilo storico dell'antica Terranova" - (Roma 1983) Mons. Giuseppe Larosa: "In quale epoca il bel volto del Salvatore abbia incominciato a vegliare sulle vicende ora liete ora tristi del nostro popolo, noi non lo sappiamo. E' da supporre che il santo Simulacro, splendente di luce miracolosa agli inizi del Cinquecento, quando portato processionalmente a Palmi fu visto stillare sangue, il 20 luglio 1533, all'incontro con l'immagine della Vergine, venerata col titolo di Madonna del Soccorso, fosse già al centro, da tempo, della devozione e dell'amore riverente delle comunità della Piana. Ed è lecito pensare che esso trovasse già il suo posto d'onore nella chiesa di San Salvatore verso la metà del Quattrocento, quando emerse più fervido il culto alla Passione di Gesù Crocifisso sull'onda della rinascita religiosa segnata dall'apostolato francescano del beato Paolo da Sinopoli, che nel 1444 fondò il Convento degli Osservanti alla Certara in Terranova".

Gli eventi straordinari che si tramandano in riguardo alla Santa
Croce inducono i credenti alla preghiera e alla riflessione.
Raffaele Germanò così precisa nella sua pubblicazione "SS.
Crocifisso che si venera in Terranova S. M." (Tip. Formica -
Taurianova - 1995) : "Nel secolo XV quando i Saraceni
infestavano, tra le altre contrade del Mezzogiorno, la Calabria,
proprio in questo paese di Terranova avveniva un fatto inaudito.
Siffatti nemici di Cristo, avendo saputo che presso la Porta del
Vento sorgeva un tempio detto la Giudecca dove una miracolosa
immagine del SS. Crocifisso veniva onorata con grande
devozione…, giurarono di disfarsene. Era d'inverno e gli
acquazzoni del libeccio si alternavano sempre più frequenti…
Tutto era avvolto nel cupo terrore dell'ansia e dell'oscurità
profonda. Un manipolo di Saraceni, sfondata la porta della
sacrestia, entrava nell'abside della chiesa…ed accendeva le
torce per meglio vedere. E là, sul sacro altare…era il SS.
Crocifisso. Una voce rauca, tra lo sdegno e la gioia, si udì in
quel divino silenzio: - Ecco il miracoloso Crocifisso! - Due
degli uomini più robusti lo presero…e lo portarono fuori le mura
della chiesa a circa cento passi, seguiti da tutto il manipolo.
- Plasmatelo di pece, - ordinò il capo… - date il fuoco e le
fiamme lo salveranno per sempre! - Così fecero. Una rossa
fiamma, come di sangue, illuminò quel luogo, mentre i sacrileghi
presi di spavento si diedero a precipitosa fuga per l'improvvisa
forte scossa di terremoto avvenuta verso le ore 21 del 27 Marzo
1638".
Era trascorso parecchio tempo dal triste episodio, quando alcuni
contadini notarono dei lumi accesi laddove si celava la Croce.
Informate le autorità civili e religiose, tutti insieme -
accompagnati dal popolo osannante - si recarono sul posto e
trassero intatta dalla vegetazione selvaggia la Nera Immagine di
Cristo.
Nel luogo fu poi edificata una splendida chiesa, che chiamarono
della Giudecca, distrutta dal catastrofico sisma del 5 febbraio
1783. La Croce, rimasta miracolosamente illesa, venne prelevata
e posta nella Chiesa delle Grazie.
Come se ciò non bastasse, una piccola vena d'acqua, che in
epoche diverse ha rivelato le sue virtù terapeutiche, è
scaturita nel sito del ritrovamento.
Altri prodigi, testimoniati in passato da numerosi ex voto,
giustificano la sincera devozione e i solenni festeggiamenti che
vengono tributati al SS. Crocifisso di Terranova. Questi ultimi
hanno inizio la vigilia del 3 maggio con il rito, dopo la S.
Messa delle ore 11, della discesa ed esposizione della Croce
sulla "vara". In serata, davanti al tempio, si procede all'
"incanto" - riservato ai terranovesi - per l'aggiudicazione
della Sacra Effigie da portare a spalla.
Alle 20,30, quindi, è programmata la prima processione dal
Santuario alla Chiesa Matrice, con fervorino religioso nella
piazza antistante.
Il giorno successivo - dopo la S. Messa - la miracolosa Effigie,
fra un bagno di folla, passa per le vie cittadine a benedire
ogni dimora. Al rientro al Santuario vi rimarrà esposta fino al
26 maggio, allorquando verrà ricollocata sull'altare.
Una forte impressione suscitano gli "spinati", cioè quei fedeli
che per assolvere un voto seguono il corteo ricoperti da una
corona e una cappa di spine di ginestra ("spàlassi") sul torso
nudo.
Non meno suggestiva si rivela la cerimonia della sera del primo
maggio in Contrada Solì, luogo di ritrovamento del Simulacro. Al
termine della S. Messa si effettua una processione con
fiaccolata verso il Santuario, dove si rinnova il bacio della
Reliquia.
Quando i fedeli tornano commossi fra le mura domestiche ripetono
ancora, a voce sommessa, le parole dell'inno al SS. Crocifisso:
-
Passa il tempo, e i mortali travolge
nel suo andare, come onda fatale.
Tu sol resti, e a Te si rivolge
chi, mortale, non vuole morir;
alla Croce, ove pendi e dolori
Tu mi lega, Signore, con Te!
Evviva la Croce,
la Croce evviva.
Evviva la Croce
e Chi la portò!
(Il servizio è stato pubblicato da Domenico CARUSO su: "Storicittà" - Lamezia Terme (CZ) - Anno XI n. 106 - Giugno 2002; "ARIANOVA Metropolipiana" - Taurianova (RC) - Anno VII n. 38 - Aprile-Maggio 2002).