Storia e Folklore Calabrese

di Domenico Caruso


La nostra Piana

Almanacco di Luglio

«Io contemplo con cuore innamorato questa stupenda vallata del Monte S. Elia che sovrasta la città di Palmi e sito a 500 metri sul mare; il suo incanto mi attrae e mi estasia lo spirito, giacché è uno spettacolo impareggiabile questa sublime vista di boschi, di ulivi, di vigneti che rivestono i fianchi della vallata, in cospetto all'azzurro e sereno mare Tirreno. [...] Qui tutto conferisce all'anima umana fresche ali per i suoi voli superni, poiché nulla profana l'incanto nel gran sorriso del sole che abbaglia i nostri occhi».
Carmine Isola, dal Monte S. Elia, 10 luglio 1957. (Da: Panorami d'Italia - vol. I - Ed. Arti Grafiche G. Corrao - Trapani, 1962).

Il mese e i proverbi:
Luglio, che cambiò il nome Quinctilis (cioè quinto, essendo allora l'anno diviso in dieci mesi) in Iulius in onore di Giulio Cesare nato il 12/VII/101 a.C., per il popolo è quasi una continuazione del mese precedente: Giugnettu, cioè piccolo Giugno. Anche i francesi hanno Juillet e una forma antica Juignet, corrispondente al nostro termine. Riporta Corrado Alvaro: (Da: C. Alvaro, La Calabria - Libro sussidiario di cultura regionale, Carabba Ed. - Lanciano, 1926).

Per il contadino, come si rileva, fervevano i lavori del grano che, dopo la mietitura e la trebbiatura, veniva conservato nei sacchi, donde il proverbio:
A giugnu 'u ranu 'n pugnu; a giugnettu 'u ranu è nettu
. (A luglio il grano, già in pugno, si presenta pulito). E si apprestava la panificazione: A lugliu 'u pani jè 'nto furnu. (A luglio il pane è nel forno).
Con il caldo conviene alleggerire le coperte del letto: A giugnettu leva i panni di lu lettu. Se ci si imbatte in un luogo fresco è gradevole sostare: A giugnettu tènimi ca mi jettu. (A luglio trattienimi perché mi butto).
E' tempo di frutta, specialmente di fichi: Pe' Sant'Anna 'u ficu jè c''a zzanna. (Per il 26 luglio, ricorrenza dei ss. Anna e Gioacchino, il fico è maturo). Un detto in lingua ricorda, ancora, che per le feste di S. Giacomo (25 luglio) e di S. Anna si comincia a formare il frutto della castagna: Per San Giacomo e Sant'Anna, entra l'anima nella castagna.

Ricorrenze storiche:
Cosoleto - Il 17 luglio 1703, con la morte del principe Giuseppe, si estinse la linea maschile dei feudatari Francoperta che diedero lustro alla città.
Melicucco - Con l'istituzione dei Comuni (legge del 1811) la città divenne una frazione di Polistena. L'8 giugno 1936, con decreto di Vittorio Emanuele III, passò a Comune e il 14 luglio dello stesso anno si ebbe l'inaugurazione ufficiale.
Rosarno - Il 4 luglio 1822, completata la bonifica da parte del generale Vito Nunziante, il Comune incamerò le terre vicine.
S. Ferdinando - Il 16 luglio 1894 il villaggio venne distrutto da un incendio. Fu ricostruito, in seguito, per volontà di Luigi Nunziante. Così il poeta Pasquale Rombolà ha descritto l'evento: (Da: P. Rombolà, I pittaruna - Ed. L'Impatto - RC, 1991).

Un contributo al Risorgimento nazionale:
Sprazzi di luce risorgimentale si verificarono anche nei nostri paesi. Così, «con Laureana erano sedi principali della Carboneria Rosarno, Varapodio, Sinopoli, Palmi, Calanna, S. Stefano, ... tanto che il generale Vito Nunziante scriveva al Ministero di Polizia: "Sarebbe assai più agevole di contare gli individui non infetti che quelli attaccati al Carbonarismo". Ogni piccola società segreta formava la "baracca" o "vendita di carbone"; e come il carbone serve per purificare l'aria e l'acqua, come si accende nei boschi per tenere lontane le bestie feroci, così la setta dei Carbonari doveva purificare l'Italia dalle oppressioni straniere e tener lontani tutti i feroci tiranni. In tale setta partecipavano anche le donne col nome di giardiniere, esse erano molto utili e si prodigavano tacitamente in importanti servizi di comunicazione». (Da: Fedele Fonte, Laureana di Borrello - Frama Sud, Chiaravalle C. - CZ, 1983).
L'insurrezione dei tenenti Silvati e Morelli (ai quali si unirono il generale Guglielmo Pepe, altri ufficiali e soldati), costrinse il re Ferdinando di Borbone a concedere la Costituzione. «Questa si ebbe il 13 luglio 1820 che permise di eleggere i diversi deputati. Così nei singoli paesi del Circondario di Laureana si cominciò a fare intervenire i cittadini venticinquenni per eleggere un elettore su duecento capi di famiglia. Tali elettori circondariali si raccoglievano a Laureana, capoluogo, per eleggere a loro volta, un elettore di secondo grado da ogni tre di loro stessi. Gli eletti di secondo grado, adunati poi a Reggio C., sceglievano in quella città i deputati da inviare in Parlamento, e non poteva essere più di uno per ogni settantamila abitanti a scrutinio di lista». (Da: F. Fonte, op. cit.).

Dalla stampa del passato:
Elettori palliati.
L'8 luglio 1959 il periodico di critica L'Indipendente di Reggio Calabria (Anno III - n. 7), dopo aver chiesto una poesia sul tema del momento, ha pubblicato le mie improvvisazioni che ho visto affisse anche nei muri della città:
All'appressarsi delle votazioni / i cittadini acquistano importanza: / è l'ora di promesse, di finzioni, / di voci grosse, di grande speranza. // Trascorso il tempo di dolci illusioni / tutto ritornerà peggio di prima, / non ci saranno valide ragioni / a trattener la passeggera stima. // I deputati già sono venuti / a superar i maledetti scogli, / ora che al Parlamento stan seduti / pensano solo ai loro portafogli. // Leggi, decreti, piani, circolari / riveleranno ormai l'audace scopo: / illudere abilmente i più somari / e chi non crede al mal che viene dopo. // Fra tasse, esami, carte e francobolli / il giovan il denaro ha consumato / e dopo le preghiere e i protocolli / gli tocca rimaner disoccupato. // I tanti candidati che rimasti / saran senza lo scanno al Parlamento, / trascorrere dovran giorni nefasti / e non paleseran risentimento. // Aver bisogno il voto è cosa dura, / la massa non ha testa, non ragiona, / ai nostri tempi non ha più paura / e chi si mette in mostra pur canzona. // Non c'è giustizia e non c'è comprensione / in questo mondo perfido e mendace: / non è soltanto la buon'intenzione / che ci può dare l'auspicata pace! (Domenico Caruso).
A quanto pare, dopo 48 anni: Nihil sub sole novi!.

Feste religiose:
2 luglio - Oppido Mamertina-Tresilico: Santa Maria delle Grazie; 1^ domenica - Molochio: San Vito; 8 luglio - S. Procopio: San Procopio, patrono; 2^ domenica (e 20 gennaio) - Anoia Superiore: S. Sebastiano, patrono; 2^ domenica - Cittanova: Madonna del Carmine (soltanto religiosa); Oppido Mamertina-Piminoro: Divina Pastora; 2^ decade - S. Eufemia d'Aspromonte: Madonna del Carmelo; 15/16 luglio - Taurianova: Madonna del Carmine; 16 luglio - Giffone: Madonna del Carmine; Laureana di Borrello: Madonna del Carmine, protettrice; Palmi: Madonna del Carmine; Seminara: Madonna del Carmine; domenica più vicina al 16 luglio - Varapodio: Madonna del Carmine; 24 luglio - Palmi: San Fantino; 26 luglio - Seminara-Sant'Anna: Sant'Anna; 26 luglio e domenica successiva - Laureana di Borrello-S. Anna: S. Anna; 27 luglio/1^ domenica di agosto - Serrata: San Pantaleone Martire, patrono, (a luglio solo Messa); penultima domenica - Palmi: Sant'Elia; 4^ domenica - S. Procopio: Madonna del Rosario; ultima domenica (anni alterni) - Delianuova-Pedavoli: Santa Maria delle Grazie e Sant'Elia; ultima domenica - Feroleto Della Chiesa: Madonna del Carmine; Palmi-Taureana: Madonna dell'Alto Mare; Rosarno: Santi Cosma e Damiano; S. Giorgio Morgeto: SS. Giacomo Apostolo e Giorgio Mart. (con fiera); 30 luglio/6 agosto - Taurianova-S. Martino: Madonna della Colomba; 30 luglio/16 agosto - Delianuova-Paracorio: Madonna dell'Assunta, patrona; 31 luglio - S. Cristina d'Aspromonte-Lubrichi: San Fantino (Messa e processione).

Manifestazioni:
20 luglio/16 agosto - Delianuova: Estate deliese; il 14 agosto: Festa dell'emigrante; ultimo sabato - Cinquefrondi: Sagra contadina; fine luglio - S. Eufemia d'Aspromonte: Serata della solidarietà; tra luglio e agosto - S. Eufemia d'Aspromonte: Mostra del ricamo.

Personaggi (nascita e morte):
2 luglio 1871/1941 - Palmi: Domenico Topa.
13 luglio 1949/6 gennaio 1998 - Rosarno: Gregorio Varrà.
16 luglio 1906/1947 - Sinopoli: Geremia padre di Sinopoli.
19 luglio 1948 - Sinopoli: morte di Costantino Repaci junior (nato nel 1910).
17 luglio 1920 - Laureana di Borrello: nasce Padre Fedele Rocco Fonte.
23 luglio 1866/20 nov. 1950 - Palmi: Francesco Cilea.
27 luglio 1902/13 dic. 1983 - S. Eufemia d'Aspromonte: Domenico Cutrì.

Tradizione e folklore:
6 luglio - Taurianova: Si annuncia la festa della Madonna del Carmine.
«La devozione alla Vergine del Carmelo, a Jatrìnoli, è abbastanza remota e radicata. [...] Nel 1837 i coniugi Don Giuseppe Salazar e Donna Isabella Ganini fecero dono alla Chiesa Parrocchiale di una statua in legno della Madonna del Carmine, acquistata a Napoli, con legato della celebrazione di una Messa cantata il 16 luglio di ogni anno e di lire 200 (dell'epoca) per la festa in onore della Madonna. [...] La suddetta statua, di dolce e serena fattura, superò diverse peripezie nel tempo, ma ci è pervenuta quasi integralmente intatta», nonostante i terremoti, che si succedettero con terrificante progressione dal 1894 al 1905 e che il 28 dicembre 1908 rasero addirittura al suolo la Matrice. Ricostruita una prima ed una seconda volta la Chiesa, la statua vi fu portata per il culto dei fedeli. (Da: Alfonso Franco, Jatrinoli tra storia e cronaca, Roma 1996).

E per finire:
Il 2 luglio 1985, a ottantotto anni, dopo aver girato il mondo, l'ultimo nostro "poeta girovago", Michele Berlingeri, tornò alla Casa del Padre.
Nato a S. Giorgio Morgeto, nell'esercizio dei mestieri più umili, come quelli dell'arrotino e del riparatore di ombrelli, si allontanava da casa per intere settimane onde poter declamare il Verbo divino con il suo genuino estro poetico. Dormiva, in tal caso, all'addiaccio o nei luoghi più disparati: una notte rimase dentro il cimitero di Taranto avendo il custode chiuso i cancelli senza accorgersi del viandante. Nel 1945 attraversò a piedi le Alpi, spingendosi fino in Francia, dove lavorò come operaio. Raggiunse successivamente, addirittura, il Venezuela con mezzi di fortuna e pochi spiccioli in tasca. Da lì chiamò tre dei quattro figli che, nel Sud America diedero prova di tenace laboriosità ed esemplare onestà.
Rientrato in patria, Michele riprese la vita errabonda, paragonabile alla storia del "pellegrino russo": L'invocazione del nome di Gesù rallegrava il suo cammino facendogli dimenticare persino la fame e la stanchezza.
Consapevole che l'uomo ha i suoi limiti e che per essere felice deve, al pari di Frate Francesco avere accanto sempre Madama Povertà, nei suoi volantini che distribuiva in omaggio di paese in paese affermava che "tutti siamo fratelli col sole, la luna e le stelle", tutti figli del Padre che sta nei Cieli col quale formiamo un unico regno d'amore: "Gloria a Dio/ tanti miliardi di volte/ per quanti sono gli alberi, le erbe e le foglie,/ i fiori, i colori,/ i frutti coi loro sapori,/ tutte opere belle di Dio Creatore". (Rid. da: D. Caruso, Storia e folklore calabrese - 1988).

(L'argomento è stato trattato da Domenico Caruso nella rivista La Piana - Anno V n. 7 -Luglio 2006).

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