Storia e Folklore Calabrese

di Domenico Caruso


Folklore calabrese

Pietro e il Divino Maestro

Gesù domanda a Pietro: "Simone di Giovanni, mi ami più di costoro?" e il discepolo: "Certo Signore, lo sai che ti amo" - e di nuovo, per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi ami tu?" e Pietro, rattristato per l'insistenza: "Signore, tu sai tutto, tu conosci che io ti amo".
Gesù ricompensa quest'amore costante con l'impegno: "Pasci i miei agnelli!".
Non c'è più dubbio: "Ubi Petrus ibi Ecclesia".
I Vangeli ci presentano Gesù come l'esemplare Maestro itinerante che ricevette da Dio la sua sapienza. L'azione e l'insegnamento autoritari che lo contraddistinsero sbalordivano la gente, la quale si chiedeva: "Costui comanda perfino agli spiriti maligni ed essi ubbidiscono!" (Mc 1, 27).
Diversamente dalla nostra, la Sua è la scuola della vita ed Egli, come l'uomo buono, "esprime con la bocca quel che ha nel cuore" (Lc 6, 45).
Ben lo conoscevano, quindi, i dodici discepoli e in modo particolare Simone, chiamato da Gesù "Kefa", che - pur essendo il più forte spiritualmente, come abbiamo constatato all'inizio dalle parole di Giovanni, dal nostro popolino veniva ritenuto timoroso e pieno di malizia. Ma, prima di narrare quanto di leggendario ci fu tramandato dai nostri avi sul Principe degli Apostoli, teniamo a precisare che noi, come Mara Montemaggiori, non crediamo al rinnegamento di Pietro. Costei, a proposito, in una lettera aperta all'Abate René Laurentin, (autore del libro francese "Petite vie de Saint Pierre") chiarisce la frase di Gesù: "Prima che il gallo canti mi rinnegherai tre volte" (Mt 26, 34).
"Non si può prendere la frase nel solo senso letterale", scrive la professoressa Mara, "essa nasconde infatti un ordine, una cosa, cioè, che doveva essere eseguita: tu mi dovrai rinnegare tre volte.
Al Maestro interessava soprattutto che gli Apostoli fossero salvi per la loro grande missione dopo la sua crocifissione… La pietra angolare non si spezza, semmai schiaccia gli altri che vorrebbero spezzarla: la fede c'è o non c'è".
("L'Aurora" - periodico di Camerino - n. 461\462 - Luglio|Agosto 1999).
Pietro, comunque, pianse amaramente la presunta debolezza e nel 64 - durante la persecuzione di Nerone - si fece crocifiggere a testa in giù presso il Colle Vaticano, ove Costantino eresse l'incantevole Basilica che nei secoli successivi fu ricostruita e ampliata.
Di tutt'altro avviso è, dunque, la figura di Pietro secondo la fantasia popolare.
Come si racconta nelle Sacre Scritture, Gesù si recava in Galilea con gli Apostoli da un luogo all'altro a predicare l'amore del prossimo, ad operare miracoli e a portare la pace fra la gente, alla quale parlava con parabole.
Dappertutto veniva acclamato e, unitamente ai suoi seguaci, riceveva ospitalità, vitto e alloggio. Una volta i farisei vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani lo criticavano con i discepoli, ma Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati".
Durante un grande viaggio i discepoli si accorsero che non c'era nulla da mettere sotto i denti né per essi né per la folla presente. Ma il Maestro, moltiplicando cinque pani e due pesci, sfamò tutti a sazietà. Tuttavia, delle volte si dovevano attraversare luoghi deserti e non c'era la possibilità di rifornirsi di vettovaglie. In una tale circostanza, narra una leggenda popolare raccolta a S. Martino di Taurianova, (anche se comune in altre località calabresi), Gesù pregò i discepoli di portare ciascuno con sé una pietra. Tutti ne raccattarono una della grossezza d'un pane, ad eccezione di Pietro che si procurò soltanto un sassolino. Giunti in un'amena radura il Signore, dopo aver benedetto le pietre che divennero pani, invitò a sedere gli Apostoli per riposare. Il cibo, naturalmente, bastò a tutti meno che a Pietro.
Trascorso qualche tempo, Gesù ordinò di nuovo ai discepoli di procurarsi un sasso, prima d'intraprendere un lungo cammino.
Ognuno agì come in precedenza ad eccezione di Pietro, il quale si caricò sulle spalle un pesante massello e, quando nella salita si lamentava per la fatica, richiamato dal Maestro fingeva di non soffrire alcun disturbo. Raggiunta la meta, Gesù questa volta pregò gli Apostoli di sedere sulla propria pietra. Immaginate l'amara sorpresa di Pietro, mentre i compagni ridevano di nascosto!
Sempre fra il popolo, si riporta un altro piacevole episodio che ha come protagonista Pietro. Il discepolo, avendo un giorno trovato un prosciutto, riferì l'accaduto al Signore. Questi gl'intimò allora di ricercare con un bando pubblico il legittimo proprietario per la restituzione. A questo punto, Pietro si mise a ripetere lungo la strada a gran voce: "Chi ha perduto…" e soggiungeva in sordina "…un prosciutto?". Poiché nessuno aveva inteso il nome della cosa smarrita, il salume rimase all'Apostolo.

(Da "S. Martino: un paese e un Santo & Il miglior folk calabrese" di Domenico Caruso - Nov. 2000).

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